Vitale e ammaliante, solare e ricca di profumi, sapori ed emozioni. Torre del Greco, popoloso centro affacciato sul Golfo di Napoli, culla della lavorazione del corallo, è un microcosmo che incarna tutta la bellezza, il fascino e la saggezza della Campania. I suoi abitanti sono spesso chiamati “Corallini” a causa dell'abbondanza di corallo che ne ha sempre caratterizzato le acque e che traina fin dal '600 l'espansione di una fiorente industria dei gioielli. Sviluppatasi in epoca romana come sobborgo residenziale di Ercolano, ambita meta di villeggiatura per la nobiltà patrizia che ne apprezzava la piacevolezza dei luoghi e la posizione centrale nel golfo partenopeo, Torre del Greco è una città dall'appeal esotico e cosmopolita, merito delle influenze dei saraceni e degli svevi che, succedutisi ai romani nel controllo di queste terre, hanno dato vita a un intrigante e variegato meltin' pot. Devastata in diverse occasioni dalle eruzioni del temibile Vesuvio (risalgono al 1631 e al 1794 i due episodi più violenti: specialmente il secondo, ha seppellito tutto il centro storico cittadino sotto uno strato di lava alto 10 metri), la città ha saputo però sempre rinascere – tenendo fede al motto “Post fata resurgo” poi incorporato nello stemma municipale - accumulando strati su strati di bellezza e cultura. È nel '700 che si registra il periodo di splendore più intenso, con il dominio dei Borboni e la costruzione delle splendide ville del “Miglio d'Oro”. Città vocata al turismo in ogni periodo dell'anno grazie al clima che si mantiene mite anche d'inverno, Torre del Greco è una città che sa godersi la vita: a partire dal vino, chiamato appunto “Greco”, poiché ricavato da un'uva trapiantata in tempi molto antichi dal territorio ellenico, fino al miele di girasoli, raccolto tra aprile e ottobre; passando per le Pappacelle, un peperoncino tipico della zona, con frutti rossi o verdi, utilizzato in molti piatti tipici. Ecco tre luoghi simbolo di queste terre che non possono mancare nella pianificazione di ogni itinerario turistico che si rispetti.
Villa delle Ginestre
Nella frazione di Santa Maria la Bruna, contrada Leopardi, sorge la Villa delle Ginestre. Qui il famigerato poeta, autore degli Idilli, dello Zibaldone e di A Silvia, trascorse gli ultimi due anni della sua vita. E qui scrisse la celebre lirica che le dà il nome: La ginestra. Eretta nel Settecento, la dimora verrà sottoposta due secoli più tardi a un grande ampliamento con l'aggiunta del portico neoclassico e dell'enorme terrazza panoramica che ancora oggi offre un affaccio mozzafiato sul Golfo di Napoli.
Museo del Corallo
In piazza Luigi Palomba sorge una delle più rinomate mostre dedicate all'oro rosso. Il Museo del corallo, annesso alla cinquecentesca chiesa del Carmine, raccoglie il patrimonio di esperienza della “Scuola di Incisione sul Corallo e di Disegno Artistico Industriale” nata con Regio Decreto nel 1878 per addestrare i giovani torresi nella lavorazione del prezioso “fiore” marino. Visitabile di mattina, nei giorni feriali, il museo vanta una ricca esposizione di opere in corallo, madreperla, argento, tartaruga, ardesia, pietra lavica, e numerosi cammei.
Castello Baronale
È una storia antichissima quello del Castello Baronale, costruito intorno all'anno mille, storica dimora angioina poi divenuta residenza fortificata del re Alfonso d’Aragona per poi passare, nei secoli successivi, sotto il controllo di Francesco Carafa e dei numerosi baroni che abitarono Torre del Greco e la sua Comarca. Pregevole esempio di stile neoclassico, il palazzo, oggi sede del Municipio, si fa apprezzare anche per le opere di Nicola de Corsi e Achille Gigante conservate al suo interno.
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