La regola benedettina, a cui i Monaci Cistercensi aderirono fin dalla loro fondazione con lo scopo di rinvigorirne lo spirito, ha sempre associato alla preghiera le attività di studio e lavoro.
All’epoca della fondazione dell’Abbazia di Chiaravalle (1135), una tra le più importanti abbazie cistercensi, è assai probabile che gran parte dello sforzo dei confratelli di Bernardo di Chiaravalle fosse indirizzato all’edificazione delle prime strutture di quella che sarebbe poi diventata l’odierna abbazia.
All’epoca, Bernardo di Chiaravalle era in Italia per presenziare al concilio di Pisa (1135), prendendo le parti di Papa Innocenzo II nella disputa del
soglio pontificio con l’antipapa
Anacleto II. Un gruppo di suoi confratelli, contestualmente, individuò nei dintorni di Milano un’area adatta all’edificazione del monastero. L’agricoltura era forse la principale attività, tra quelle lavorative, praticata dai cistercensi. Non era sono una questione di regola, dei frutti dell’agricoltura ne beneficiavano infatti le popolazioni limitrofe ai luoghi in cui operavano i monaci.
Le vicende dell’Abbazia di Chiaravalle.
L’odierna abbazia è il risultato di una complessa serie di vicende che possono essere così riassunte. Le prime strutture vennero approntate a partire dagli anni 1134-1135, mentre per la chiesa i primi lavori prendono le mosse intorno al 1160. Il suo completamento richiederà molti anni, la consacrazione avverrà infatti nel 1221. Tuttavia, l’avere edificato la chiesa a partire dal coro e dall’abside, permise ai monaci di utilizzarla fin da subito per le funzioni religiose. Nel corso dei secoli alla struttura primigenia dell’Abbazia di Chiaravalle si aggiunsero il campanile dell’orologio (1368), il primo chiostro con l’aggiunta della torre nolare (prima metà del Trecento), la sala capitolare e il chiostro grande tra il 1493 e il 1497.
L’abbazia non fu immune da vicissitudini anche gravi. Durante la
Repubblica Cisalpina, nel 1798, il direttorio decretò la soppressione del monastero e ne abbatté una parte. Inoltre, nel 1860-62, durante la costruzione della via ferroviaria Milano-Pavia-Genova il complesso venne ulteriormente modificato. Tuttavia, i restauri effettuati a più riprese (1894 – 1896, 1918 – 1920, 1952), ripararono in parte ai danni consolidando gli edifici disponibili.
Le eccellenze agricole dell’Abbazia di Chiaravalle.
La scelta del luogo per l’edificazione dell’abbazia, benché acquitrinoso, non fu casuale. L’abbondanza di acqua, una volta risanata l’area, permise ai monaci di avviare un’attività agricola divenuta fiorente in breve tempo. La grande quantità di foraggio disponibile favorì l’allevamento esteso di animali da latte. Tuttavia la produzione del latte eccedeva di gran lunga il fabbisogno e quindi buona parte di esso venne trasformato in prodotti caseari. Si trattava per lo più di prodotti freschi o stagionati, ma un formaggio a pasta dura venne ottenuto mediante una lenta cottura del latte con l’aggiunta di caglio animale. Questo formaggio, detto vetus, è l’antesignano del moderno grana padano DOP, tutt’ora prodotto e commercializzato anche dall’Abbazia di Chiaravalle. Il caseus vetus, saporito e ricco di calcio, divenne subito rinomato tanto presso le tavole dei buongustai e della nobiltà dell’epoca che presso il desco della gente umile. Attualmente la produzione dell’Abbazia di Chiaravalle include cosmetici, dolci, vino e prodotti da forno che possono anche venire acquistati direttamente presso la bottega dell’abbazia, scopri di più.
Link Correlati: