E’ probabile che alcune regioni siano poco conosciute nonostante ospitino luoghi straordinari e città di primo piano nell’immaginario nazionale ed internazionale.
E’ il caso della Campania per via della sostanziale, in positivo, ipertrofia mediatica in essere riguardo a luoghi come la Costiera Amalfitana e Napoli città con tutto il panorama vesuviano.
Ma la Campania è “solo” questo? Sicuramente no e questo è un dato emerso da alcuni flussi turistici che, probabilmente per motivi casuali o per via del trend del “turista impegnato” che si informa e studia il territorio, hanno “scoperto” delle vere perle del territorio campano e valorizzato alcuni centri e le loro meritevoli attività.
Uno di questi centri è Eboli nel Salernitano, zona Valle del Sele: una terra da scoprire e da valorizzare con una presenza umana di notevole apertura culturale e tanti eventi che invitano ad uno sguardo più attento su quel territorio.
Non passa inosservato un evento che ha costituito le basi per il rilancio di questo centro sul piano internazionale: l’Oro del Mediterraneo in Cina, con Eboli protagonista (http://www.gazzettadisalerno.it/2016/08/31/eboli-presente-mediterraneo-in-cina/ ).
Tale iniziativa ha permesso di far tornare alla ribalta un nome storico di primaria importanza, in quest’epoca di ritorno di interrelazioni intense con la grande nazione orientale per eccellenza: il religioso Matteo Ripa che visse in Cina.
Matteo Ripa, evangelizzatore ed erudito, fu tra i primi pionieri che permisero la conoscenza reciproca tra Italia e Cina, con un meticoloso lavoro di studi storici ed antropologici che posero le basi per la fondazione dell’eccellenza culturale della Campania tutta: l’Istituto di Studi “L’Orientale” di Napoli.
Nel suo nome alcuni reperti archeologici del territorio ebolitano sono stati esposti in diversi Musei della Cina dando un’immagine di risalto internazionale alla cultura di questa terra, tra le altre importanti terre della Magna Grecia quanto di alcune popolazioni autoctone ben note in epoca arcaica e pre-romana.
Le ragioni di questa operazione non sono solo di mera diplomazia tra Italia e Cina ma si innestano nel percorso turistico che la zona ebolitana ha avviato, scommettendo sulle possibili mostre al Museo Archeologico di Eboli, magari di importanti reperti delle dinastie imperiali cinesi.
Se il turismo segue i canali della cultura e della diplomazia non c’è dubbio che, in questo caso, la partecipazione attiva del polo museale della Regione Campania, con la diretta partecipazione della direttrice del Museo ebolitano, Giovanna Scarano, possa portare alla ribalta la città di Eboli e la sua offerta di cultura e storia.
Al contempo l’attesa per la prossima stagione autunnale e invernale si incentra sul ruolo di questo Museo Archeologico Nazionale come pilastro di un possibile polo di turismo culturale in Campania.
Le sfide sono tante come la volontà di vincerle.